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Immagine del redattoreCarlo Trionfi

Conflitti sotto l’albero: quando le feste riaccendono le tensioni

Le festività, nell’immaginario comune, sono spesso rappresentate come momenti perfetti in cui le famiglie si riuniscono, i conflitti si risolvono e regna un’atmosfera di magia. Si tratta di una narrativa promossa da film, serie TV e pubblicità, che spesso rappresentano Natale, Pasqua e Capodanno come momenti idilliaci, pieni d’amore e di serenità. Come spesso accade, tuttavia, questo non corrisponde del tutto alla realtà, nella quale emerge che i conflitti familiari durante questi periodi sono un fenomeno piuttosto comune. Le feste, infatti, proprio perché sono spesso idealizzate come momenti di gioia e armonia, portano con sé delle aspettative molto elevate… Che spesso, però, non riescono ad essere soddisfatte. Esse, inoltre, sono bersaglio di pressioni da parte della società, che richiede che questi momenti siano celebrati e, soprattutto, che questo sia fatto in un certo modo. I social media, a riguardo, divengono lo strumento attraverso il quale questa pressione viene veicolata: essi amplificano il paragone con gli altri, mostrando immagini di momenti apparentemente perfetti che inducono un confronto sociale. Questo, però, può indurre chi si allontana dallo standard a sentirsi escluso o "inadeguato", ricoprendosi di ferite che possono poi permanere per diverso tempo. Ma perché i conflitti sono particolarmente frequenti durante le feste?

In primo luogo, le feste si configurano spesso come delle riunioni familiari forzate, nelle quali ci si ritrova tutti attorno allo stesso tavolo: vi sono dei casi nei quali ciò avviene in maniera pacifica, senza che asti o conflitti prendano vita, ma in altre circostanze queste occasioni di ritrovo divengono un pretesto per la riproposizione di dinamiche che avevano spinto uno o più membri ad allontanarsi dagli altri. Ogni famiglia ha infatti la propria storia, che sovente si contorna di conflitti e ferite irrisolte che tendono a riemergere in contesti emotivamente significativi come le feste; talvolta basta un semplice commento per riaccendere una ferita ancora aperta. Di conseguenza, appare chiaro come la vicinanza forzata, in un contesto come quello delle festività, possa amplificare le tensioni – esistenti o sopite – tra i famigliari. Attorno a quel tavolo si ripresentano così in men che non si dica la rabbia, la sofferenza, la tristezza e tutti quei sentimenti di inadeguatezza o di non accettazione che avevano causato dolore a qualcuno dei componenti.

In secondo luogo, poi, i ritrovi famigliari in prossimità delle festività possono diventare un terreno fertile di dibattito sui temi più disparati, come quelli – spesso divisivi - della religione o della politica. In ambienti sereni e rilassati, ove vige il rispetto per l’opinione altrui, le divergenze possono non rappresentare un problema, ma anzi essere viste come risorsa; in altri, invece, questo non accade, poiché esse divengono terreno di scontro che amplifica un clima già di per sé teso tra i membri. In questo contesto possono essere toccate anche corde più personali: commenti o confronti impliciti rispetto al successo personale, professionale o alle proprie scelte di vita possono innescare sentimenti di inadeguatezza o competizione.

Non è tuttavia finita qui, poiché i pranzi e le cene in prossimità delle feste si configurano come terreno perfetto per l’emergere dei contrasti, come quello tra il mutamento di ogni singolo famigliare e la fissità e stabilità del momento di ritrovo: spesso le cene di Natale, Pasqua o Capodanno divengono dei palcoscenici dove ognuno è chiamato a mettere in atto il ruolo fisso che ha sempre mostrato nel corso degli anni: di “persona responsabile”, di “pacificatore”, di “persona divertente”, di “ribelle” (…). Questi ruoli, però, col passare del tempo possono non riflettere più la realtà individuale, configurandosi come frustranti per chi magari, nel frattempo, ha provato ad essere qualcosa d’altro.

In ultimo, è necessario considerare il tema dello stress finanziario e organizzativo, derivante dai regali e dalle spese per pranzi o cene elaborate che le festività impongono: a volte si dice che “basta il pensiero”, ma non sempre è così e non sempre questa frase riesce a eliminare le aspettative percepite, verso di sé e verso gli altri. Così, un momento che dovrebbe essere di armonia può diventare velocemente un peso economico, e la pressione di dover gestire tutto al meglio può esasperare le emozioni e causare molta preoccupazione.

Nonostante le feste sembrino essere spesso un periodo che funge da catalizzatore per sentimenti negativi nascosti o irrisolti, tuttavia, possono anche rappresentare un momento cruciale per riflettere sul proprio benessere emotivo; è proprio in concomitanza di esse che spesso, chi è in difficoltà, decide di dare rilievo ai propri bisogni e intraprendere un percorso psicologico. Con un po' di supporto e la giusta guida, infatti, è possibile affrontare le difficoltà e ridurre l’impatto di questi conflitti, imparando strategie di gestione delle emozioni più adeguate; è possibile così sciogliere le tensioni e riscoprire una serenità autentica, nella quale è possibile costruire un equilibrio emotivo duraturo che consenta di vivere meglio con sé stessi e con gli altri.


 

 

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