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Immagine del redattoreCarlo Trionfi

Disturbi del Comportamento Alimentare e festività: come gestire i pensieri intrusivi sul cibo?

Il Natale è tante cose. A volte può essere piacevole e meno piacevole allo stesso tempo. Per chi lotta contro un Disturbo del Comportamento Alimentare, che sia anoressia, bulimia, binge eating o obesità,  le festività natalizie rappresentano spesso una sfida ardua. L'obbligo di socializzare, di partecipare a pranzi e cene, e la pressione a condividere momenti di gioia possono amplificare il senso di isolamento e di inadeguatezza. Il cibo, al centro delle celebrazioni, diventa un nemico da affrontare, una tentazione irresistibile o una fonte di ansia paralizzante. La paura di non riuscire a controllare le proprie emozioni e i propri comportamenti alimentari può portare a evitare completamente le occasioni sociali, aggravando ulteriormente il senso di solitudine. Circostanze sociali di questo tipo infatti possono innescarsi meccanismi di confronto, timore del giudizio altrui, paura all’idea di dover mangiare determinati alimenti tipici delle feste, ansia di perdere il controllo e tante emozioni negative come ansia, rabbia, vergogna e tristezza.

Il modo in cui si sperimenta il pasto cambia a seconda del tipo di disturbo del comportamento alimentare. Le persone con modalità restrittive possono spesso provare ansia anticipatoria, spesso accompagnata da palpitazioni e sudorazione, che si presentano molto prima del momento del cibo. Ogni boccone diventa un calcolo preciso, una battaglia contro la paura di ingrassare e di perdere il controllo. Ciò che per gli altri è un piacere, per chi s'affanna a contare le calorie, diventa una minaccia. L'immagine corporea distorta, caratterizzata da una percezione esagerata dei propri difetti, alimenta un circolo vizioso di restrizioni alimentari, attività fisica compulsiva e comportamenti purgativi. La paura del giudizio e il senso di inadeguatezza isolano queste persone, rendendo difficile godere dei momenti di convivialità e creando tensioni all'interno delle relazioni familiari. La rabbia, la frustrazione e la vergogna si aggiungono alla sofferenza, mentre il corpo, indebolito dalle carenze nutrizionali, lancia segnali di allarme che vengono spesso ignorati.

Chi presenta una variante bulimica, ovvero chi mette in atto comportamenti compensatori come il vomito autoindotto o l'uso di lassativi dopo aver mangiato, si trova intrappolato in un circolo vizioso. L'ansia anticipatoria dei pasti, unita al senso di colpa e alla paura di ingrassare, lo spinge a consumare grandi quantità di cibo in poco tempo, per poi cercare di annullare gli effetti attraverso condotte purgative. Questo ciclo non solo peggiora l'ansia e la depressione, ma può portare a gravi conseguenze fisiche come squilibri elettrolitici, danni ai denti e all'esofago, e problemi gastrointestinali.

Le persone caratterizzate da modalità di alimentazione incontrollata iniziano invece a programmare strategie per cercare di limitarsi nell’assunzione di cibo, di non perdere il controllo e di assumere quantità di cibo considerate nella norma, cercando anche di evitare facili commenti o battutine sul possibile eccesso di cibo consumato. Anche in questo caso naturalmente il momento del pasto viene approcciato con terrore e angoscia, con la paura di non essere in grado di fermarsi o controllarsi e con la pura di ciò che potrebbero dire o pensare gli altri.

Le festività natalizie possono  quindi essere essere un momento difficile per chi soffre di un disturbo alimentare. Le settimane che precedono le feste spesso sono piene di sensi di colpa e di preoccupazione. Esistono però delle strategie che possono aiutarci ad affrontare questi periodi di feste con maggiore serenità.

In primo luogo è fondamentale trovare un equilibrio tra momenti di solitudine e momenti di condivisione. Trascorrere del tempo da soli può aiutarci a riconnetterci con il nostro corpo e le nostre emozioni, ma è altrettanto importante circondarsi di persone care. Il sostegno della famiglia e degli amici può essere una fonte di grande conforto e forza nei momenti di difficoltà. Anche se non si confidano le proprie ansie o i propri impulsi, si può contare sugli altri per creare una fonte di distrazione dai propri pensieri intrusivi.

Bisogna ricordare però che una distrazione è una soluzione temporanea a un problema destinato a persistere se non viene affrontato. Parlare dei propri sentimenti con persone con cui si può essere sinceri è fondamentale per superare il terrore che le vacanze spesso portano con sé. 

Un’ altra ottima strategia per affrontare le festività con maggiore serenità può essere pianificare in anticipo. Cercando quindi di prevedere le situazioni che potrebbero creare disagio e preparare delle risposte che facciano sentire a proprio agio. Ricordiamo però che non sempre è possibile controllare tutto: imparare ad essere flessibili e ad accettare l'imprevedibilità delle feste può essere una risorsa molto importante.

Inoltre, che è fondamentale imparare a porre dei limiti e a comunicare in modo assertivo quando ci troviamo di fronte a commenti non richiesti sulla nostra alimentazione o sul nostro corpo. Possiamo gentilmente far capire alle persone che preferiamo non parlare di questi argomenti, oppure cambiare discorso e dirigere la conversazione verso temi più piacevoli. Elimina il diet-talk (ossia l’insieme dei commenti su cibo, restrizione, peso e corpo) e sposta il focus della conversazione su aspetti più importanti da condividere, come per esempio apprezzare la bontà di un piatto, la sistemazione della tavola, gli addobbi, i traguardi raggiunti in altri ambiti di vita; per fortuna infatti il Natale non è solo cibo ma anche tanto altro. È importante godere del tempo con le persone che si amano e con cui si sta bene e prendendosi cura di sé, come si vuole e come si può. 

Non c’è bisogno di ridurre le porzioni prima delle feste o di compensare in qualche modo. Al contrario, questi comportamenti possono condurre all’interno di un circolo vizioso che porterà a distaccarsi sempre di più dai bisogni del proprio corpo e dalle sue reali necessità. Scegli alimenti che davvero ti piacciono, senza porti condizioni privative o di compenso: anche questo comportamento può innescare l’inizio di comportamenti disfunzionali con cibi considerati “proibiti”.

Tra l’altro è fondamentale accorgersi delle emozioni che si stanno provando e dare ad esse voce e significato, proprio per evitare di cadere nella reazione automatica dell’abbuffata o dell’evitamento del cibo: in questo modo si saprà qual è il vero problema di cui occuparsi, senza bloccarlo e concentrarsi solo sul cibo (il comportamento alimentare problematico è la conseguenza del problema, non il problema in sé).  

È inoltre importante anche imparare a dare il giusto perso alle cose: se anche non vengono rispettati i soliti criteri di assunzione del cibo per un giorno solo, non si tratta assolutamente né di una sconfitta né di un segnale di debolezza. Si è fatto del proprio meglio per affrontare una situazione difficile, considerando che una singola eccezione o un singolo comportamento al di fuori degli schemi non vanifica tutti gli sforzi fatti prima. Non si tratterebbe quindi di ricominciare tutto dall’inizio ma di affrontare una difficoltà compatibilmente con le condizioni di quel momento.

In conclusione, ricordiamo che è normale sentirsi sopraffatti durante le festività, soprattutto per chi per chi ha una relazione complessa con il cibo. È importante essere sempre sentili con sé stessi e non giudicarsi. Con l'aiuto di professionisti (psicologi, psicoterapeuta o nutrizionista) e di un adeguato supporto, è possibile sviluppare strategie efficaci per affrontare le festività in modo più sereno e costruire un rapporto più sano con il tuo corpo e con il cibo.


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