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Immagine del redattoreCarlo Trionfi

Home working: un’oasi di tranquillità o una trappola per la mente?

Negli ultimi anni l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e l’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil) ha redatto un bilancio di quelle che sono le luci e le ombre legate allo smartworking. Risulterebbe infatti che vi è un aumento del tempo libero e una minore esposizione all’inquinamento ma aumentano i livelli di depressione e di vita sedentaria.


La condizione che abbiamo vissuto negli ultimi anni legata all’emergenza da Covid-19 ha portato a un’impennata di lavoratori da remoto. In Europa, infatti, si è passati da un 11% di lavoratori da remoto pre-pandemia a un attuale 48%.

Il lavoro da casa porta ovviamente dei vantaggi tra i quali un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata, la possibilità di avere orari di lavoro più flessibili e maggiore tempo libero. Senza dimenticare che per molte aziende è anche un’opportunità per ridurre le spese.

Tuttavia, lo smartworking, e in generale la pandemia, porta con sé anche dei rischi, tra i quali isolamento sociale e depressione; ma non solo, vi è anche un aumento dei fumatori e del consumo di alcol. In più solitamente il telelavoro porta tutti a condurre una vita più sedentaria il che rappresenta un rischio per l’apparato muscolo-scheletrico, per gli occhi a causa del maggior tempo passato davanti allo schermo.


Nonostante sia vero che gli orari sono più flessibili e questo port un vantaggio in termini di tempo libero, è vero anche che gli orari di lavoro diventano più irregolari andando a portare degli effetti negativi sul sonno.

Proprio per questo motivo l’Oms ha dichiarato “Nei due anni di pandemia è diventato chiaro che il telelavoro può portare benefici, ma può anche avere un impatto terribile sulle persone. Il modo in cui oscilla il pendolo dipende dal modo in cui i governi, i datori di lavoro e i lavoratori collaborano per realizzare politiche e azioni pratiche a beneficio sia dei lavoratori che del lavoro”. Tra le responsabilità dei datori, secondo l’Oms e Oil, la definizione degli orari di lavoro precisi per garantire ai lavoratori il “diritto alla disconnessione” e giorni di riposo sufficienti.

Inoltre, il rapporto del Framework for Workplace Mental Health and Wellbeing identifica 5 pilastri che contribuiscono a creare ambienti sereni e benessere in un momento in cui la salute mentale è al centro di importanti riflessioni e attenzioni.


-          Protezione dal danno: le organizzazioni devono creare le condizioni per una sicurezza fisica e psicologica. Questo potrebbe essere promosso garantendo un adeguato riposo o normalizzando il supporto alla salute mentale;

-          Connessione e comunità: i luoghi di lavoro dovrebbero favorire aspetti fondamentali per il benessere dei lavoratori, cerando interazioni sociali positive e relazioni per garantire il supporto sociale e l’appartenenza.

-          Armonia tra vita privata e lavoro: favorire ai lavoratori autonomia e flessibilità per integrare le esigenze lavorative ed extra-lavorative.

-          Importanza del lavoro e del lavoratore: riconoscere la dignità dei lavoratori per farli sentire rispettati e valorizzati e infondere scopo e significato nel lavoro stesso.

-          Opportunità di crescita: le organizzazioni devono aiutare i lavoratori a raggiungere i loro obiettivi e riconoscere il loro contributo al successo organizzativo. Le aziende potrebbero offrire formazione di alta qualità, promuovere percorsi di carriera e garantire feedback pertinenti e reciproci.


In un'era di lavoro ibrido, la priorità dei leader dovrebbe essere la promozione del benessere dei dipendenti, sia in ufficio che in remoto. Incoraggiare il lavoro di squadra e la fiducia è fondamenta



le per garantire un ambiente di lavoro sano e produttivo.

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