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Immagine del redattoreCarlo Trionfi

Il Flow: l'esperienza ottimale nello sport, e non solo

Il 26 luglio 2024 è iniziata a Parigi la 33esima edizione dei Giochi Olimpici Estivi. La capitale francese, dopo aver ospitato le Olimpiadi nel 1900 e nel 1924, ha accolto atleti da tutto il mondo per una manifestazione sportiva ricca di emozioni e novità.

Stiamo assistendo in questi giorni a prodezze sportive eccellenti, quasi fuori dal comune, che ci portano spesso a fare paragoni e a interrogarci su come fanno questi atleti, e soprattutto con quanti e quali sacrifici, a raggiungere livelli di prestazione così alti. 

Le sfide che gli sportivi affrontano, sia durante le gare, sia durante gli allenamenti e le lunghe preparazioni, hanno infatti un carattere non solo fisico, ma anche emotivo: le ricerche condotte in campo psicologico hanno ampliamente dimostrato il ruolo importante che fattori mentali come la motivazione intrinseca, la concentrazione, la gestione delle distrazioni, il mantenimento del focus e le abilità di resilienza rappresentino alcuni degli elementi chiave che permettono agli atleti di superare i propri limiti e di eccellere nel loro campo.

In particolare, la motivazione alimenta la perseveranza di fronte alle sfide e agli ostacoli, favorendo la crescita e lo sviluppo del potenziale individuale, mentre la capacità di concentrazione, intesa come l'abilità di focalizzare l'attenzione sul compito in corso,escludendo pensieri e stimoli interferenti, è un elemento imprescindibile per il successo nello sport, perché permette all'atleta di ottimizzare le proprie prestazioni, minimizzando gli errori e massimizzando l'efficacia delle azioni.

Oltre a questi elementi intrinsecamente legati alla prestazione sportiva, nello sport di alto livello assume un ruolo fondamentale la capacità di resistere alle pressioni e alle avversità. Gli atleti sviluppano infatti una forte resilienza mentale che permette loro di affrontare sconfitte, infortuni e momenti di difficoltà senza demotivarsi.

Lo sport richiede inoltre una grande capacità di gestire le emozioni, sia positive che negative. Gli atleti olimpici imparano a mantenere la calma e la concentrazione anche sotto pressione, gestendo al meglio le proprie emozioni per non compromettere la loro prestazione.

L’attività sportiva espone quindi le persone a sperimentare numerose sfide, ma ad ottenere, al contempo, anche ingenti benefici sulla salute psicofisica.

Secondo Muzio (2012) l’attività sportiva influenza, infatti, la condizione fisica e la percezione individuale di benessere, e ha un ruolo rilevante, come sottolineano vari autori, nel modulare la qualità della vita stessa; inoltre ha effetti sul tono dell’umore, sulla percezione di sé, sull’ autostima, sulla riduzione dello stress, e sulla sperimentazione di esperienze positive.

Secondo Csikszentmihalyi infatti, il contesto sportivo, assieme ad altri, può predisporre l’individuo a sviluppare il Flow, un concetto proprio della Psicologia Positiva che indica la sperimentazione di un’esperienza ottimale soggettiva, in cui la persona vive uno stato d’animo positivo e di entusiasmo, sentendosi pienamente coinvolta, soddisfatta e assorbita dall’attività che sta svolgendo. 

L’esperienza ottimale viene spesso vissuta dagli atleti, e scatena un flusso dinamico di energia mentale; in questo stato, l'individuo attiva e sfrutta al massimo le proprie risorse e potenzialità, in modo da concentrarsi unicamente sugli aspetti rilevanti per il compito.

Come sottolinea Inghilleri (2003), durante il flow si verifica un'integrazione tra cognizione, emozioni e motivazione e questa sinergia permette all'individuo di rispondere in modo efficace alle richieste sia del mondo esterno che del mondo interno, favorendo un'esperienza di massimo rendimento.

Proprio questa esperienza viene riconosciuta dagli atleti nel momento in cui si cimentano in prestazioni eccellenti e superano i loro limiti. 

Molti autori, tra cui Jackson (1995) hanno indagato quali fattori potessero essere implicati nelle esperienze di flow vissute da atleti in discipline differenti; l’autore in particolare ha intervistato 28 atleti d’èlite in sette diverse discipline sportive, cercando di individuare quali elementi da loro percepiti potessero favorire o inibire la flow experience derivante dall’attività sportiva. Le analisi induttive del contenuto delle risposte degli atleti hanno consentito di individuare alcuni dei fattori più salienti che contribuivano a implementare il flow, in particolare le esperienze di  preparazione, sia fisica che mentale, sentimenti di fiducia, la messa a fuoco sugli obiettivi,  la percezione di progresso della performance, la motivazione ottimale e il livello di eccitazione, mostrando come la percezione del flow risulti intrinsecamente connessa all’esperienza soggettiva e al modo in cui le persone interpretano gli eventi che accadono. 

Lo stato di flow pertanto rappresenta un momento di massima eccellenza psico-fisiologica per l'atleta, durante il quale egli agisce con spontaneità e naturalezza, superando spesso i propri limiti e raggiungendo risultati superiori alle sue normali prestazioni.

Mentre nello sport, come stiamo assistendo in questi giorni, il fenomeno del Flow può risultare piùevidente, è importante sottolineare tuttavia che la sua essenza si estende ben oltre l'ambito agonistico. L’esperienza ottimale può essere riscoperta anche in ciò che ci accade quotidianamente, ad esempio durante il lavoro creativo, nello studio, nelle relazioni interpersonali, ed è strettamente connessa e favorisce il nostro benessere psicofisico. 

Coltivare esperienze di flow è quindi possibile, e ci permette in definitiva di migliorare la qualità della vita, raggiungere obiettivi ambiziosi e sperimentare così una maggiore realizzazione personale.



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