L’insoddisfazione per il proprio corpo è un fenomeno sempre più presente nella società odierna dove i media veicolano quotidianamente messaggi su canoni di bellezza che spesso risultano essere irrealistici oltre che irraggiungibili.
Relazione tra media e DCA
Vi è una relazione complessa tra media e disturbi alimentari: da un lato i media promuovono immagini di perfezione fisica e standard di bellezza irrealistici che possono avere un impatto negativo sull’autostima, contribuendo ad una crescente insoddisfazione corporea.
Le piattaforme social possono essere utilizzate per sensibilizzare e supportare le persone che soffrono di disturbi alimentari, tuttavia, molto spesso accade che rivestano un ruolo negativo: numerosi studi dimostrano che i media influiscono sullo sviluppo e il mantenimento dei DCA, divenendo così un importante fattore di rischio.
Dall’altro lato, i disturbi del comportamento alimentare possono influire sul modo in cui i social media vengono utilizzati poiché le persone che soffrono di DCA tendono a ricercare e condividere contenuti legati al peso e all’aspetto fisico, creando un circolo vizioso che è difficile interrompere senza l’adeguato supporto.
Impatto psicologico dei media
Numerose ricerche condotte su questo tema testimoniano l’esistenza di un’associazione tra l’esposizione a immagini corporee irrealistiche e il rischio di sviluppare ansia, depressione e disturbi alimentari. In particolare, le principali conseguenze possono essere:
Distorsione dell’immagine corporea: la continua esposizione a corpi perfetti e magri può alimentare l’idea che il corpo ideale debba rispondere a determinati standard estetici e ciò può portare le persone a vedere il proprio corpo in modo negativo, alterandone la percezione e attivando un meccanismo di auto-critica costante in cui l’individuo si percepisce come “non abbastanza bello”.
Ansia e depressione: il pensiero di non soddisfare gli standard sociali aumenta significativamente i livelli di ansia e depressione, aumentando il rischio di sviluppare disturbi dell’umore. Al contempo aumenta anche lo stress psicologico che contribuisce allo sviluppo di disturbi alimentari.
Comparazione sociale: spesso le persone si confrontano con gli altri e questo meccanismo è amplificato dai media e ciò può farle sentire inadeguate e spingerle a tentare di conformarsi. Il processo di comparazione sociale, dunque, crea un circolo vizioso per cui dal confronto con gli altri, la persona ne esce insoddisfatta e desidera cambiare il proprio corpo.
Comportamenti alimentari disfunzionali: i media influenzano le abitudini alimentari e il desiderio di raggiungere un corpo ideale, portando a perdere il contatto con le reali esigenze nutrizionali del corpo.
Quando i media possono costituire una fonte di aiuto
I social media, se utilizzati in modo responsabile e consapevole, possono costituire uno strumento di aiuto per chi soffre di DCA, ad esempio, attraverso la presenza di spazi di dialogo e ascolto tra persone che vivono o hanno vissuto situazioni simili. I gruppi di auto-aiuto rappresentano una risorsa in grado di creare un ambiente sicuro e solidale in cui le persone si sentono libere di condividere i propri successi, le proprie sfide e preoccupazioni. Le storie di persone che hanno affrontato e superato i propri disturbi alimentari possono offrire speranza e ispirazione a chi è ancora nel percorso di recupero, mostrando che il cambiamento è possibile.
Conclusione
I media hanno un forte impatto sui disturbi alimentari. La consapevolezza è un elemento cruciale per poter affrontare il problema e promuovere un’immagine corporea più realistica e sana. Se da un lato possono alimentare le insicurezze contribuendo all’insorgenza e il peggioramento dei DCA; dall’altro lato possono rappresentare un importante strumento di empowerment che promuove una rappresentazione più sana e inclusiva dei corpi.

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