Molte famiglie si ritrovano al giorno d’oggi a vivere situazioni conflittuali a causa di problemi di comunicazione.
Genitori e figli distanti, adolescenti che si chiudono in sé stessi, coppie che faticano a ritrovare l'intesa di un tempo. Queste dinamiche possono portare a conflitti che coinvolgono l'intera famiglia, creando alleanze e tensioni che minano l'equilibrio dei rapporti.
Ma quali fattori possono contribuire a generare situazioni comunicative poco fertili e disfunzionali?
Pensiamo alla quotidianità di tutti i giorni: quando i ritmi frenetici della vita quotidiana prevalgono, la famiglia rischia di andare in crisi. La mancanza di tempo condiviso, infatti, dovuta a impegni lavorativi e scolastici incompatibili, favorisce l'individualismo: ognuno si concentra sui propri bisogni, trascurando le relazioni con gli altri. Questo isolamento progressivo erode i legami familiari e indebolisce la comunicazione.
Ma anche quando i membri della famiglia sono stressati o ansiosi, la comunicazione ne risente. Genitori oberati di impegni potrebbero non riuscire a dedicare il tempo necessario ai figli, mentre gli adolescenti, in un momento di grandi cambiamenti, potrebbero sentirsi sopraffatti e preferire isolarsi. Questo clima di tensione rende difficile un dialogo aperto e sincero.
Un altro ostacolo alla comunicazione è la difficoltà di molti familiari nell'esprimere i propri desideri e bisogni in modo chiaro e diretto. Spesso, la paura di essere giudicati o di sembrare esigenti li porta a nascondere i propri sentimenti, convinti che non siano importanti per gli altri.
Allo stesso tempo situazioni comunicative che ci portano a generalizzare, etichettare, interrompere e interpretare le parole altrui sono diventano rischiano di minare la fiducia reciproca e creano un ambiente in cui gli individui si sentono giudicati e non ascoltati, preferendo quindi tacere che diminuiscono la probabilità di instaurare successivamente una buona comunicazione.
È importante sottolineare che ogni atto comunicativo è caratterizzato da due dimensioni: quella del contenuto, che riguarda i fatti stessi, e quella relazionale, che definisce, afferma o contesta la natura delle relazioni interpersonali. Ogni comportamento, sia verbale che non verbale, cioè, veicola messaggi.
Poiché la comunicazione facilita il funzionamento generale della famiglia, ogni intervento con famiglie in crisi mira ad aumentare le capacità dei vari membri del nucleo familiare di chiarire la situazione in cui si trovano, di esprimere e rispondere ai bisogni e alle preoccupazioni reciproche.
In quest’ottica un lavoro specifico e mirato sul miglioramento della comunicazione intrafamiliare consentirebbe di:
· Favorire la comprensione delle proprie emozioni e di quelle degli altri membri,
· Soddisfare i propri bisogni e quelli degli altri
·Ridurre i conflitti e sentimenti negativi che possono sorgere in assenza di una comunicazione efficace.
·Favorire nei bambini lo sviluppo di adeguate competenze comunicative, essenziali per le relazioni interpersonali.
· Mantenere un clima familiare sano
· Promuovere la comprensione reciproca attraverso una comunicazione trasparente e onesta
· Migliorare la qualità delle relazioni
· Migliorare il benessere familiare.
Elemento cruciale per il miglioramento della comunicazione è praticare attivamente l'ascolto: ascoltare attentamente qualcuno implica, cioè, concedere loro attenzione, farli sentire compresi, accettati e liberi da giudizi. Significa anche comprendere il loro significato profondo ed emotivo, mettendosi nei loro panni e provando a vedere il mondo attraverso i loro occhi.
Promuovere un ascolto attivo consente di sviluppare la capacità di mettersi nei panni degli altri, ascoltando attentamente e senza pregiudizi. Insegna a comunicare empatia, facendo sentire l'interlocutore compreso e valorizzato. Al contrario, non saper ascoltare, interrompersi a vicenda, parlare uno sopra l’altro non fa altro che peggiorare la comunicazione.
A questo punto è bene considerare alcuni aspetti importanti che ci consentono di dirigere la nostra azione verso una comunicazione efficace: in primis sottolineiamo che è importante rispettare, sempre nell’ambito della gerarchia familiare, i punti di vista di tutti, lasciare che vengano espressi, senza giudizio e senza imporre sugli altri la propria opinione. È utile inoltre utilizzare espressioni come “penso che”, “la mia opinione è questa”. non dire no assoluti, ma dare sempre delle motivazioni che consentono di chiarificare la propria posizione, renderla nota poiché ciò può aumentare la probabilità di comprensione, affrontare le questioni serie faccia a faccia, e concedersi del tempo per farlo.
Questi aspetti ci permettono di costruire una comunicazione più aperta e costruttiva che consente in definitiva alle famiglie di vedere i conflitti come un'opportunità per crescere e migliorare, di identificare obiettivi comuni e di sviluppare un piano d'azione, in un clima di collaborazione, cooperazione e affetto.
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