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Immagine del redattoreCarlo Trionfi

Neuroscienze e DSA: comprendere le basi cerebrali delle difficoltà scolastiche

Con il termine “DSA” si fa riferimento ai Disturbi Specifici dell’Apprendimento: si tratta di un gruppo di disturbi caratterizzato da difficoltà inerenti all’uso di diverse abilità scolastiche, quali la lettura delle parole, l’espressione scritta delle stesse e la comprensione del significato di ciò che viene letto, ma anche da difficoltà nello spelling, nella padronanza del concetto di numero e nel ragionamento matematico. Le difficoltà nelle abilità scolastiche, in particolar modo, appaiono al di sotto di quelle attese in relazione all’età dell’individuo, causando una significativa interferenza, a livello quotidiano, con il suo rendimento scolastico. Nel caso di una compromissione delle abilità di lettura si parla di Dislessia, mentre a fronte di difficoltà nella scrittura si parla di Disortografia e Disgrafia; vi sono poi la Discalculia, caratterizzata da difficoltà nel calcolo, e i Disturbi non Altrimenti Specificati, consistenti in difficoltà scolastiche in altre aree rilevanti oltre alle precedenti elencate.


I Disturbi Specifici dell’Apprendimento sono stati ampiamente studiati in termini biologici, neurologici, ereditari, cognitivi, linguistico-fonologici, dello sviluppo e ambientali. Dal punto di vista genetico, appaiono essere un disturbo complesso con una forte componente ereditaria: le stime di ereditarietà provenienti da studi su famiglie e gemelli variano tra il 40% e il 70% (Georgitsi et al., 2021). A livello neurobiologico, invece, è necessario distinguere tra i diversi disturbi appartenenti a questa macrocategoria. La maggior parte delle ricerche si è concentrata sulla dislessia, che risulta essere correlata ad anomalie sia anatomiche che funzionali nell'emisfero sinistro del cervello, nelle aree dedicate al linguaggio e alla lettura. Tali anomalie anatomiche possono includere alterazioni istologiche che derivano da problematiche nella migrazione dei neuroni durante lo sviluppo, ma quelle più frequentemente osservate sono di natura funzionale; emerge, in particolar modo, una ridotta attivazione delle aree temporo-parietali sinistre, che si pensa siano collegate a difficoltà nella trasformazione dei suoni in parole. Si osservano inoltre anomalie nella regione occipito-temporale sinistra, importante per il riconoscimento visivo delle parole, e un’iperattivazione del giro interno frontale sinistro e di alcune aree nell'emisfero destro, il che potrebbe suggerire che il cervello stia cercando di compensare le difficoltà riscontrate. Emergono, infine, alterazioni nella sostanza bianca, specialmente nelle regioni perisilviane dell'emisfero sinistro, e della sostanza grigia, nel lobo temporale, che potrebbero influenzare la comunicazione tra diverse aree cerebrali (Peterson & Pennington, 2012).

Per ciò che concerne la discalculia, invece, risultano essere coinvolti processi differenti. In particolare, un ruolo chiave è stato conferito al Segmento Orizzontale del Solco Intraparietale (HIPS), area che si attiverebbe particolarmente durante il processamento numerico e la codifica semantica della quantità che i numeri rappresentano. Essendo una regione particolarmente coinvolta nella rappresentazione delle quantità numeriche, è stato ipotizzato possa essere il core deficit della discalculia (Terribili et. al, 2013).

Infine, concludendo con i deficit di tipo disgrafico e disortografico, è stata riscontrata un’importante vulnerabilità dei circuiti neuronali deputati all’integrazione visuo-motoria, con riferimento anche alla coordinazione occhio-mano e alle abilità di relazione spaziale (Smits-Engelsman et al., 2003). Spesso, la disgrafia è stata descritta come un deficit legato all'inefficienza del "circuito grafomotorio", nel quale la memoria fonologica (relativa ai suoni associati ai fonemi) comunica con la memoria ortografica (relativa alle lettere scritte). Rispetto alle aree neurali coinvolte, Planton et al. (2013), attraverso una metanalisi di studi di neuro-immagine, hanno identificato tre aree corticali e subcorticali che si attivano specificamente durante la scrittura manuale: il giro frontale superiore sinistro, il solco intra-parietale sinistro e la parte anteriore del cervelletto. Pertanto, un’alterazione funzionale in queste zone può compromettere i meccanismi responsabili della scrittura, contribuendo alla disgrafia.


Non bisogna però scordare che i Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA) spesso si presentano in comorbidità con altri disturbi, come l'ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività), i disturbi d'ansia e i disturbi dell'umore. La presenza di questi disturbi associati potrebbe dunque implicare l'attivazione di altre aree neurali, che non sono solo quelle classicamente coinvolte nei DSA.



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